L’inquinamento atmosferico
Che aria respiriamo nelle nostre città? Ogni anno il dossier Malaria ci fotografa la situazione delle città italiane. Un numero speciale ha monitorato la qualità dell’aria dopo il lockdown resosi necessario per la pandemia da Covid 19, il “virus dell’asfissia” che ci sta facendo dolorosamente capire il valore di ogni nostro respiro. Se il nostro fabbisogno di acqua è di 1,5 – 2 litri al giorno, per mantenerci in vita ci occorrono ben 15.000 litri d’aria perché ogni minuto ingurgitiamo 10 litri d’aria.
L’aria è composto in massima parte di azoto (78%) e di ossigeno (21%) e in piccolissima parte (1%) di altri gas (prevalentemente argon e anidride carbonica) più altri componenti in quantità ancora minori, tra cui anche le particelle solide in sospensione (il cosiddetto pulviscolo atmosferico). Parliamo di inquinamento atmosferico quando questa composizione viene alterata o dall’immissione di sostanze (agenti fisici, chimici e biologici) o da trasformazioni chimiche di sostanze presenti (anche non originariamente inquinanti).
I principali inquinanti si differenziano in base alla loro composizione chimica a seconda se contengono composti dello zolfo (biossido di zolfo – SO₂, solfuro di carbonio – CS₂, solfuro di idrogeno – H₂S, ecc.) o composti dell’azoto (monossido di azoto – NO, biossido di azoto – N₂O, ecc.), composti del carbonio (monossido di carbonio – CO, anidride carbonica – CO₂, ecc.). Accanto a questi principali inquinanti ci sono gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici), i composti alogenati, i composti organici volatili (VOC) i radicali liberi, i metalli pesanti (principalmente Piombo, Cadmio, Mercurio, Cromo), ma soprattutto i particolati. Il particolato è un aerosol, una sospensione nell’aria di particelle classificato in base alla grandezza delle stesse misurate in PTS (Polveri Totali Sospese). Abbiamo infatti il PM10 (diametro inferiore ai 10 micron) o il PM2,5 (diametro inferiore ai 2,5 micron) o anche le UFP (polveri ultrafini o nanopolveri con diametro inferiore a 0,1 micron).
Le principali cause dell’inquinamento atmosferico sono antropiche e in particolare derivanti dalla combustione di combustibili da fonti fossili e dall’utilizzo di sostanze inquinanti nei processi produttivi. Quindi i principali settori responsabili sono i trasporti, il riscaldamento degli edifici, le attività produttive con riferimento sia ai prodotti che ai processi.
Gli effetti dell’inquinamento atmosferico sull’ambiente sono molteplici, spaziando dall’effetto serra (il riscaldamento degli strati inferiori dell’atmosfera dovuto alla schermatura prodotta dai gas serra), alle piogge acide (l’abbassamento del PH dell’acqua), al buco dell’ozono (la riduzione dello spessore dello strato di ozono nell’atmosfera terrestre, la fascia che ci protegge dai raggi solari più nocivi).
L’inquinamento atmosferico ha una grossa incidenza anche sui cambiamenti climatici, costituendo i due problemi le due facce di una stessa medaglia. Ecco perché al monitoraggio costante dell’inquinamento e dei fattori di rischio vanno affiancate opportune strategie di contrasto ad entrambi i fenomeni. La ricetta è in un modello di sviluppo che punti sulla transizione energetica con la totale decarbonizzazione. Le strategie e le risorse ci sono: Green Deal, Next Generation EU- Recovery Fund, la nuova programmazione dei fondi strutturali e di investimento europei 2021-27. Bisogna produrre energia dalle fonti rinnovabili, puntare sul risparmio energetico, sull’economia circolare, sull’innovazione tecnologica, su azioni incisive in tema di mobilità, di aumento del patrimonio vegetazionale, di efficienza energetica in tutti i settori, da quelli produttivi e dei servizi, a quelli del patrimonio edilizio pubblico e privato.
È questo lo scenario da cui è maturato e che oggi anima il Progetto Air Heritage per il miglioramento della qualità dell’aria a Portici attraverso il potenziamento del monitoraggio istituzionale con quello civico e la ricerca insieme ai cittadini di soluzioni per ridurre l’inquinamento, agendo sulla mobilità, l’efficientamento energetica, il potenziamento del verde, integrando le politiche istituzionali con l’impegno dei cittadini nel modificare i propri stili di vita impattanti sull’ambiente.
Legambiente Campania