Restrizioni e livelli pm10: l’importanza per l’aria dell’efficientamento energetico
Possiamo inquinare anche stando a casa? La risposta è sì. E non è di immediata comprensione. Cerchiamo di capire perché. Le restrizioni stabilite per decreto, e mirate al contenimento del Covid-19, sono entrate in vigore il 10 marzo e Arpa Campania il 27 marzo, già dopo due settimane, è riuscita a fornire una prima fotografia degli effetti delle misure governative sulla qualità dell’aria. Registrando, agli occhi dei più, una sorpresa. Lo sforamento in Campania, nonostante le limitazioni alle normali attività, delle polveri sottili (pm10).
Entrando nel dettaglio dei valori principali registrati, Giuseppe Onorati, dirigente delle reti di monitoraggio ha sottolineato una riduzione generalizzata delle emissioni: «Un parametro che ad oggi risulta fortemente influenzato dalle restrizioni agli spostamenti – sottolinea Onorati – è il monossido di azoto, con una riduzione delle concentrazioni di oltre il 50 per cento, difficilmente ascrivibile a cause diverse dalla riduzione delle emissioni da traffico veicolare».
Arpa Campania ha segnalato anche la riduzione di concentrazione di biossido di azoto, sui cui dati incidono le minori emissioni provenienti da attività produttive, il ridotto traffico navale e aereo, oltre che le condizioni metereologiche, e infine le concentrazioni elevate di pm10 in regione che a prima vista potrebbero sorprendere e confliggere con il pensiero comune.
Ma come è possibile che questo accada? La spiegazione di Arpa Campania, nella nota esplicativa dei dati, da questo punto di vista, offre una spiegazione semplice ed esemplare: «Le condizioni di instabilità atmosferica registrate nella prima metà di marzo, e negli ultimi giorni, hanno favorito anche la dispersione delle polveri sottili (nda, il famigerato pm10). Invece, anche nella piena operatività delle misure restrittive, quando la situazione meteo è stata caratterizzata da condizioni poco dispersive, si sono registrate concentrazioni elevate di pm10, persino con sforamenti del limite di legge giornaliero, nonostante la consistente riduzione del traffico veicolare. Inoltre bisogna considerare che una aliquota significativa del pm10 presente in atmosfera deriva dal settore del riscaldamento civile, le cui emissioni potrebbero addirittura essere aumentate a seguito delle restrizioni».
Ecco il punto fondamentale. Nonostante la riduzione del traffico, automobilistico in primis, una quota importante di pm10 nell’aria, dipende dalle nostre case. E, da solo, in particolari condizioni atmosferiche, ad esempio di alta pressione, che quindi non favoriscono la circolazione dell’aria, già di per sé possono superare valori di guardia. È il tema dell’efficientamento energetico, che con AIR-HERITAGE abbiamo voluto raccontare alla città promuovendo in gennaio la campagna #CIVICOCINQUEPUNTOZERO, ideata da Legambiente, per sensibilizzare e accelerare la decarbonizzazione del settore edilizio, responsabile di oltre il 40% delle emissioni climalteranti complessive. Un settore che «nasconde», proprio così, nasconde perché meno evidente e meno discusso, azioni di importanza rilevante nella lotta all’inquinamento atmosferico locale, e quindi del miglioramento della qualità di vita delle famiglie. Non dimentichiamocelo quando dovremo immaginare il nostro futuro dopo il covid-19.
Clicca e leggi i dati completi del report Arpa Campania aggiornati al 27 marzo
Sandro Di Domenico