Le politiche europee e il quadro normativo

Storia delle normative a sostegno del risanamento e del miglioramento della qualità dell’aria

Le politiche europee e il quadro normativo

Le politiche europee e il quadro normativo

Solo negli anni ’70 del secolo scorso con l’avvio di controlli sulle emissioni e l’imposizione di limiti alle concentrazioni di alcuni inquinanti si è cominciata a strutturare in Europa una normativa per la qualità dell’aria articolata in tre sezioni: le norme generali relative alla concentrazione tollerabile degli inquinanti atmosferici nell’ambiente; i limiti nazionali per le emissioni complessive di agenti inquinanti; le normative specifiche in base al tipo di fonte di emissione (industriali, residenziali, per tipo di carburante, ecc.).

La “Strategia tematica sull’inquinamento atmosferico” approvata nel 2005 dall’Europa ha portato, rivedendo precedenti direttive, all’approvazione della Direttiva 2008/50/CE “per un’aria più pulita in Europa” che si orienta in due direzioni: l’individuazione di limiti di concentrazione per i diversi inquinanti e la messa a punto di un programma di controllo e gestione, per garantire che le informazioni sulla qualità dell’aria ambiente siano messe a disposizione del pubblico.

A fine 2013 la Commissione europea ha lanciato il programma “Aria pulita per l’Europa” prefiggendosi due obiettivi principali: il rispetto della normativa vigente entro il 2020 e la fissazione di nuovi obiettivi in materia di qualità dell’aria per il periodo fino al 2030. A supporto del programma ci sono la Direttiva 2016/2284/CE concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici e la Direttiva 2015/2193/CE volta a ridurre l’inquinamento atmosferico provocato dagli impianti di combustione di medie dimensioni.

Numerose sono inoltre le direttive specifiche per limitare l’inquinamento causato dal settore dei trasporti (terra, mare, aria) fissando livelli di prestazione in materia di emissioni per diverse categorie di vettori, nonché disciplinando la qualità del carburante, così come con direttiva la 2010/75/UE che si prefigge di ridurre al minimo l’inquinamento derivante da varie fonti industriali. In recepimento delle strategie e normative europee, il quadro normativo dell’Italia è costituito dal D.Lgs. 155/2010, con le modifiche introdotte dal D.Lgs. 250/2015 che mira a migliorare la qualità dell’aria per prevenire o ridurre effetti nocivi per la salute umana. Con riguardo alle emissioni di tutti gli impianti, anche quelli termici civili, c’è il Decreto Legislativo 152/2006, Parte V – Norme in materia di tutela dell’aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera. Il D.Lgs n. 46/2014, invece, recepisce la Direttiva 2010/75/UE “relativa alle emissioni industriali”.

La normativa nazionale demanda alle Regioni i compiti di valutazione della qualità dell’aria ambiente, la classificazione del territorio regionale in zone ed agglomerati, nonché l’elaborazione di piani e programmi finalizzati al mantenimento della qualità dell’aria ambiente laddove è buona e per migliorarla negli altri casi.

La Regione Campania è attualmente dotata di un Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria, approvato nel 2006. Nelle more del suo aggiornamento in corso, il Piano è stato integrato con la D.G.R. n. 811/2012, che prevede delle misure aggiuntive volte al contenimento dell’inquinamento atmosferico, con la D.G.R. n. 683/2014, che definisce la nuova zonizzazione regionale ed il nuovo progetto di rete e con la D.G.R. n. 120 del 26.3.2019 di approvazione dello schema di “Accordo di programma per l’adozione di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nella Regione Campania”. Tale Accordo che si sarebbe dovuto stipulare tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Campania (come con tutte le altre Regioni) individuava le misure e gli interventi necessari al superamento della procedura di infrazione aperta dalla Corte di Giustizia UE contro lo Stato Italiano a seguito di un procedimento partito dalla Commissione europea nel 2014. Il mancato avvio delle misure ha comportato proprio nel novembre 2020 la definitiva condanna dell’Italia per aver violato la direttiva sulla qualità dell’aria tra il 2008 e il 2017, in particolare sulle concentrazioni di particelle PM10 nell’aria di alcune città.

Questa notizia ci dimostra quanto per l’Europa siano importanti i cittadini e la loro salute che gli Stati e soprattutto ci sprona a far tesoro dell’opportunità di Air Heritage, progetto nato grazie all’Urban Innovative Actions, una delle tante iniziative che fanno da complemento al quadro normativo europeo con strategie e misure per la tutela dell’ambiente e della società. Con Air Heritage possiamo sperimentare a Portici strategie, strumenti e impegni individuali e collettivi per migliorare la qualità dell’aria, forti di linee di indirizzo e strategie politiche che hanno recepito gli sviluppi in campo scientifico-tecnologico nonché le metodiche e le esperienze più efficaci nella lotta contro l’inquinamento atmosferico.

Legambiente Campania

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